A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Il Ministero della Salute canadese ha comunicato di aver effettuato un’analisi relativa al rischio di reazioni epatiche associate a ruxolitinib, un farmaco impiegato nel trattamento di pazienti adulti affetti da determinati tipi di neoplasie a livello ematico.
L’analisi è stata condotta a seguito di alcune informazioni pervenute che includevano una segnalazione internazionale di una sospetta reazione epatica durante uno studio che è in corso e in cui è stato impiegato il ruxolitinib per trattare i pazienti.
Alla ditta produttrice è stato chiesto di fornire tutti i dati disponibili relativi a questo farmaco e al rischio di sviluppare reazioni epatiche.
- Al momento dell’analisi, il Ministero della Salute canadese ha ricevuto 1 segnalazione di insufficienza epatica in un paziente trattato con ruxolitinib. In questo caso, è risultato probabile che il problema epatico fosse dovuto ad un peggioramento (progressione) della patologia per cui il paziente assumeva il ruxolitinib e non al farmaco in sé.
- A livello internazionale sono pervenute 25 segnalazioni di reazioni epatiche associate a ruxolitinib. Tali segnalazioni fornivano informazioni circa i sintomi e i test ematici del paziente che indicavano la presenza di una reazione epatica. I sintomi si erano manifestati durante il trattamento oppure entro 30 giorni dall’interruzione della terapia
- In 11 casi su 25 la correlazione tra assunzione del farmaco e l’insorgenza dei problemi epatici è risultata “possibile”. Tuttavia, non è stato possibile stabilire se è stato il farmaco a causare i problemi epatici, dal momento che i pazienti con mielofibrosi e policitemia vera spesso presentano problemi epatici e assumono anche altri farmaci che potrebbero aver determinare un’alterazione epatica.
- In 13 casi su 25 era probabile che i problemi epatici fossero attribuibili ad altre cause (altri farmaci o la patologia di base).
- In 1 caso non erano disponibili sufficienti informazioni per stabilire il ruolo del ruxolitinib.
Da quanto è emerso dall’analisi condotta dal Ministero della Salute canadese, non è possibile stabilire una precisa correlazione tra trattamento con ruxolitinib e rischio di sviluppare reazioni epatiche. Tuttavia, è opportuno che gli operatori sanitari suggeriscano ai pazienti di effettuare i test ematici allo scopo di valutare i parametri di funzionalità epatica prima di iniziare un trattamento con questo farmaco e poi, durante la terapia, di monitorare periodicamente tali parametri.
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