A cura di Antonella Di Sotto, Dipartimento Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”, Sapienza Università di Roma
(Riferito da Carvalho RR, Donadel CD, Cortez AF, Valviesse VR, Vianna PF, Corrêa BB. Syndrome of inappropriate antidiuretic hormone secretion induced by the phytotherapy Harpagophytum procumbers: case report. J Bras Nefrol 2017; 39: 79-81).
La sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH) è caratterizzata da una ridotta escrezione di acqua, causata da una elevata secrezione di ormone antidiuretico (ADH). Si manifesta spesso con iponatriemia e sintomi neurologici di diversa gravità. La SIADH può svilupparsi come conseguenza di diverse condizioni, tra cui patologie e terapie farmacologiche.
Recentemente è stato riportato un caso di SIADH indotta da un prodotto erboristico a base di Harpagophytum procumbens, una pianta medicinale utilizzata nei disturbi osteoarticolari, come supporto alla terapia con analgesici-antinfiammatori [1,2].
Una donna di razza bianca di 65 anni, residente a Rio de Janeiro, è stata ricoverata presso la clinica universitaria di Gaffrée e Guinle per uno stato di malessere, caratterizzato da agitazione psicomotoria, nausea ed una sensazione di morte imminente, in assenza di altra sintomatologia e di alterazioni cardio-respiratorie, neurologiche ed osteo-articolari.
In precedenza, era stata sottoposta ad una visita per disturbi psichici, per i quali si era reso necessario un intervento di tipo psichiatrico. La paziente era in terapia antipertensiva con losartan, clonidina, omeprazolo e simvastatina. Inoltre, un mese prima aveva iniziato ad assumere un preparato a base di H. procumbens per l’osteoartrite.
Gli esami diagnostici condotti durante il ricovero hanno evidenziato elevati livelli di sodio ed acido urico nelle urine associati ad iponatriemia ed ipouricemia. Ulteriori esami sono stati effettuati per escludere cause specifiche di SIADH, quali disfunzioni tiroidee, malattie polmonari e neurologiche.
La paziente è stata sottoposta ad una terapia sostitutiva con sodio, associata a restrizione di liquidi e alla somministrazione di un diuretico dell’ansa.
Inoltre, il prodotto a base di H. procumbens è stato sospeso.
La ripresa della paziente è stata rapida e dopo cinque giorni di ricovero il quadro complessivo era nella norma. Due mesi dopo le dimissioni, la donna decise di sua iniziativa di assumere di nuovo il prodotto erboristico e venne di nuovo diagnosticata una iponatremia secondaria a SIADH, con ipo-osmolarità.
Quindi, è stata ipotizzata una SIADH associata all’assunzione del preparato erboristico.
La letteratura riporta diversi casi di SIADH indotta da farmaci, tra cui antipsicotici, antinfiammatori, ipoglicemizzanti e antitumorali [3].
Una delle maggiori problematiche risiede nella difficoltà di diagnosticare la patologia con un test altamente specifico: in genere si valutano le manifestazioni cliniche e si esclude la presenza di possibili cause alternative, come disfunzioni tiroidee e surrenaliche.
Nel presente caso, la SIADH è stata associata positivamente all’assunzione dell’integratore a base di H. procumbens in quanto la sintomatologia clinica è ricomparsa quando il prodotto è stato assunto nuovamente dalla paziente e altre cause di iponatriemia sono state escluse.
Commento
H. procumbens (il nome della specie è riportato in modo errato nel lavoro) è una pianta medicinale ampiamente utilizzata per le proprietà antinfiammatorie. L’attività sembra da ricondurre all’inibizione, da parte dell’arpagoside, un glicoside monoterpenico, degli enzimi lipossigenasi e ciclossigenasi, interferendo con la cascata dell’acido arachidonico e con il rilascio delle citochine pro-infiammatorie [4].
I preparati a base di H. procumbens sono descritti in genere come ben tollerati [5]; tuttavia alcune evidenze di reazioni avverse, tra cui rischio di sanguinamento gastro-intestinale, ipoglicemia ed aritmie, sono state riportate quando H. procumbens era utilizzato in associazione con FANS, anticoagulanti, ipoglicemizzanti e farmaci cardiovascolari.
Un recente case report ha evidenziato anche la possibile associazione tra l’assunzione subcronica di un preparato a base di questa pianta medicinale ed uno stato di lieve ipertensione in una donna in post-menopausa [6].
Dai dati di letteratura non si trova riscontro diretto nella sintomatologia di SIADH osservata nel presente caso. Bisogna, tuttavia, considerare che la paziente assumeva il preparato a base di H. procumbens in associazione ad altri farmaci, tra cui losartan, clonidina e simvastatina. In particolare, per il losartan è stato riportato recentemente un caso di iponatriemia indotta da farmaco e non riconducibile ad altre condizioni fisio-patologiche [7]. Anche per la clonidina è noto il rischio di iponatriemia, sebbene i meccanismi non siano perfettamente chiari [8].
In questo contesto, le manifestazioni cliniche osservate nel presente caso potrebbero essere conseguenza di interazioni tra i farmaci ed il preparato a base di H. procumbens assunto dalla donna.
A tal proposito, possibili interazioni tra questa pianta medicinale e farmaci potrebbero derivare dalla sua capacità di inibire il CYP450, in particolare il CYP2C9, sebbene tale effetto non sia stato osservato nell’uomo [9].
In conclusione, il caso di SIADH qui riportato, presumibilmente associato all’uso di un prodotto erboristico a base di H. procumbens, suggerisce la necessità di utilizzare i preparati a base di piante medicinali sotto il controllo di personale sanitario specializzato, al fine non solo di valutare l’utilità del trattamento ma anche di garantirne un’assunzione razionale e compatibile con le terapie farmacologiche in atto.
Bibliografia
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