A cura di Antonella Di Sotto, Dipartimento Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”, Sapienza Università di Roma. Gruppo di lavoro di Farmacognosia e Fitoterapia della Società Italiana di Farmacologia
(Tratto da Rouhi-Boroujeni Hojjat, Hosseini Masih, Gharipour Mojgan, Rouhi-Boroujeni Hamid. Is herbal therapy safe in obesity? A case of Apium graveolens (Celery) induced hyperthyroidism. ARYA Atheroscler 2016, 12 (5), 248-249)
Recentemente Adis Insights, un sistema di segnalazione sulle reazioni avverse da farmaci e altri prodotti utilizzati a scopo medicinale, che opera nel contesto del WHO International Drug Monitoring Programme, ha segnalato la pubblicazione di un caso di ipertiroidismo correlato all’uso di un preparato a base di sedano per il controllo del peso corporeo [1]. Il sedano [Apium graveolens L. – Fam. Apiaceae] è una pianta aromatica molto comune, utilizzata sia a scopo alimentare che come rimedio erboristico [2]. Ad esso sono attribuite diverse proprietà (diuretiche, galattogene, ipolipemizzanti, anti-ipertensive, dimagranti, ecc.); tuttavia, l’uso dei suoi preparati è stato anche associato a svariati effetti indesiderati, tra cui reazioni allergiche [3] e rischio di shock anafilattico, soprattutto se utilizzato in associazione con ACE-inibitori [4,5]. Inoltre, in studi nell’animale è stato riportato che può determinare iperstimolazione tiroidea [6].
Un uomo di 48 anni obeso (peso corporeo 88 kg; indice di massa corporea 26,3) ha iniziato ad assumere un preparato di sedano in polvere (4 g al giorno per 45 giorni) per la riduzione del peso, acquistato in erboristeria e controllato ed autorizzato dal “Medicinal Plant Research Center”. Il paziente era in terapia antipertensiva con losartan (25 mg per due volte al giorno). Cinque giorni prima di iniziare ad assumere il preparato vegetale, aveva effettuato analisi di controllo che erano risultate nella norma.
Dopo 45 giorni di trattamento il peso si era ridotto di 3,5 kg. Al controllo medico il paziente presentava, oltre alla perdita di peso, esoftalmo e ipersudorazione per cui sono stati richiesti i test di funzionalità tiroidea. Da questi sono risultati livelli di TSH e T4 pari a 0,011 e 13,1 mUI/L, rispettivamente. Per effettuare la diagnosi differenziale di ipertiroidismo sono stati valutati i livelli degli anticorpi antitireoperossidasi, antitireoglobulina ed antirecettore TSH ed è stata prescritta una scintigrafia della tiroide. I risultati erano nella norma ed è stato possibile escludere anche la presenza di tiroidite, morbo di Graves e tireotossicosi indotta da farmaco.
Il trattamento con il preparato di sedano è stato interrotto e al paziente è stato prescritto metimazolo (5 mg due volte al giorno). Dopo 15 e 30 giorni i livelli di TSH erano rispettivamente di 0,059 e 0,125 mUI/L, e quelli di T4 erano normali. Il dosaggio di metimazolo è stato quindi dimezzato e, dopo 15 giorni, i livelli di TSH e T4 erano 0,35 e 4,49 mUI/L rispettivamente e l’ecografia tiroidea era nella norma. Il recupero da parte del paziente è stato confermato 15 giorni dopo la sospensione del metimazolo e al follow-up di due mesi dopo.
Sulla base del quadro clinico del paziente precedente all’assunzione del prodotto erboristico e tenendo conto della successiva normalizzazione dei test di funzionalità tiroidea, si può ipotizzare che lo stato di ipertiroidismo riportato sia da associare al consumo di sedano, come anche la perdita di peso. Il paziente ha anche riferito la comparsa, durante l’assunzione del preparato vegetale, di eruzioni cutanee su tutto il corpo, che potrebbero essere attribuite alla capacità del sedano di indurre reazioni allergiche, come riportato in letteratura [2]. Nel complesso il preparato di sedano appare quindi responsabile sia della riduzione di peso che delle reazioni, in particolare dell’alterazione della funzione tiroidea. La reazione descritta evidenzia l’opportunità di sconsigliarne l’uso in soggetti ipertiroidei e di monitorare la funzione tiroidea durante il trattamento.
Commento
Gli autori attribuiscono la comparsa di ipertiroidismo all’assunzione del preparato a base di sedano. Questa pianta è una nota fonte di iodio e sembra avere la capacità di accumulare notevoli quantità di questo elemento, soprattutto quando coltivato in terreni ricchi di iodio o trattati con fertilizzanti a base di alghe [7,8]. La presenza di iodio nei preparati a base di sedano può determinare un’aumentata sintesi degli ormoni tiroidei, con conseguente ipertiroidismo, analogamente a quanto riportato nel presente caso. Tuttavia, nonostante il preparato sia descritto come “controllato ed autorizzato dal Medicinal Plant Research Center”, nessun riferimento viene fatto alla sua composizione quali-quantitativa, che potrebbe consentire di stabilire le quantità di iodio, o di altri componenti, assunte dal paziente.
Considerando che il sedano rientra nella composizione di diversi integratori per il controllo del peso corporeo, la reazione descritta conferma la necessità di utilizzare con cautela tali preparati e di evitarli qualora sussistano particolari situazioni fisiopatologiche. E’ necessario inoltre che il medico si informi circa l’assunzione di integratori alimentari da parte del paziente, al fine non solo di poter riconoscere una eventuale reazione avversa ma anche di indirizzarlo verso l’intervento più utile.
Bibliografia
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