Revisione sistematica basata sulle evidenze su Goji (Lycium spp.) condotta dalla Natural Standard Research Collaboration

A cura di Annabella Vitalone. Dipartimento Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”. Sapienza Università di Roma

Dalla Natural Standard Research Collaboration [Ulbricht C, et al. An Evidence-Based Systematic Review of Goji (Lycium spp.) by the Natural Standard Research Collaboration. J Diet Suppl 2015; 12: 184-240] è stata condotta una rassegna sistematica sulle specie di Lycium (fam. Solanaceae) che ha considerato, secondo una logica di classificazione validata e riproducibile, tutti i dati di sicurezza ed efficacia presenti in letteratura per alcune specie di questa pianta. In particolare sono stati analizzati aspetti storici, folkloristici e relativi alle sperimentazioni.
Per la parte metodologica, storica, propriamente descrittiva e per eventuali approfondimenti si rimanda alla lettura dell’articolo; di seguito vengono riportati principalmente i dati relativi alla sicurezza.

Specie di Lycium (in particolare L. barbarum L. e L. chinense L.) sono utilizzate da secoli in tutta l’Asia. Il nome maggiormente noto di “bacche di Goji” nasce da una semplificazione commerciale, condotta da aziende alimentari, che hanno reso più pronunciabile la parola cinese “gouqi”. Sebbene in passato si siano utilizzate diverse parti di Lycium (foglie, radici e corteccia), ad oggi, i frutti sono la parte più utilizzata in campo medico e come alimento funzionale. Le bacche sono molto ricche principalmente in polisaccaridi, 2-O-(beta-D glucopiranosil) acido ascorbico (precursore della Vitamina C) e carotenoidi (luteina e zeaxantina); la presenza di questi ultimi ne giustificherebbe l’impiego tradizionale nella protezione della vista (in particolare per la prevenzione dalla degenerazione maculare). Ai polisaccaridi invece sono state attribuite, sulla base di studi preclinici, altre attività: antipertensive, antiossidanti, antimicrobiche, inibenti la proliferazione cellulare tumorale, ipolipemizzanti, aumento della sensibilità all’insulina ed effetti ipoglicemizzanti.

Relativamente alla sicurezza è emerso che i prodotti contenenti Lycium spp. potrebbero essere pericolosi nelle seguenti categorie di pazienti:

  • con disturbi della coagulazione e che stiano assumendo antiaggreganti (aumento nell’INR);
  • diabetici (possibile aumento dell’effetto ipoglicemico);
  • con ipotensione o in terapia con antipertensivi (diminuzione della pressione arteriosa);
  • con problemi gastrointestinali (insorgenza nausea, vomito, epatopatie);
  • allergici (dermatite pruriginosa nelle zone esposte al sole), tenendo in considerazione possibili casi di cross-reattività (pesche, pomodori, tabacco e noci);
  • in gravidanza (possibili stimolazioni uterine) e allattamento (dati carenti).

Molti degli effetti indesiderati sopra esposti, in assenza di studi clinici specifici, devono essere oggetto di ulteriori conferme, in quanto provenienti da segnalazioni aneddotiche. Va inoltre sempre controllata la qualità dei prodotti impiegati, poiché la presenza non dichiarata di solfiti (utilizzati come additivi alimentari) può risultare dannosa soprattutto in pazienti allergici e/o asmatici. Preparati potenzialmente pericolosi sono quelli di provenienza tailandese, cinese e indiana in cui è stata riscontrata la presenza di atropina nelle bacche essiccate (1). In quest’ultimo caso, fortunatamente, pur mantenendosi necessari gli opportuni controlli, i campioni di Lycium barbarum analizzati ne contenevano solo tracce (al massimo 19 ppb), ben al di sotto dei livelli considerati tossici.

Commento
L’uso delle Bacche di Goji non è più confinato alla sola Asia, ma è praticamente diffuso in tutto il mondo ed in ogni canale distributivo (farmacia, erboristeria, supermercato, internet, fruttivendolo!). Recentemente le bacche di Goji trovano un ampio impiego nelle diete dimagranti, sebbene le evidenze scientifiche nell’uomo siano limitate a due soli studi clinici, condotti su un esiguo numero di pazienti (Ntot = 41), che non riportano nemmeno una riduzione del peso corporeo, ma la sola riduzione della circonferenza della vita (2,3).
Ciò che va sottolineato è inoltre che qualunque informazione attendibile di cui attualmente disponiamo, relativa alle specie di questa pianta, proviene dalla sola ricerca preclinica, mentre invece assistiamo all’inesorabile diffondersi di assurdi consigli e benefici relativi ad un suo uso clinico. Talvolta le formulazioni comunemente utilizzate (e.g., succhi, decotti) non riportano alcuna standardizzazione, non consentendo neanche di potere fare riferimento a dosaggi, né tantomeno di potere verificare la riproducibilità del dato ottenuto.
Una informazione più scientifica appare quindi necessaria, anche per consentire una scelta consapevole da parte di chi volesse utilizzare le bacche di Goji, considerando gli effetti indesiderati e le potenziali interazioni di cui questa pianta potrebbe essere responsabile.

Bibliografia

  1. Adams M, et al. HPLC-MS trace analysis of atropine in Lycium barbarum Phytochem Anal 2006; 17: 279-83.
  2. Amagase H, Nance DM. Lycium barbarum increases caloric expenditure and decreases waist circumference in healthy overweight men and women: pilot study. J Am Coll Nutr 2011; 30: 304-9.
  3. Amagase H, Nance DM. A randomized, double-blind, placebo-controlled, clinical study of the general effects of a standardized Lycium barbarum (Goji) Juice, GoChi. J Altern Complement Med 2008; 14: 403-12.
Ultimo aggiornamento: 28 luglio 2016