A cura di Alessandra Russo. UOSD Farmacologia Clinica. AOU “G. Martino” Messina
Il consumo di energy drink è stato associato ad eventi cardiovascolari gravi (1- 4), che possono essere correlati alla caffeina e ad altri stimolanti.
In uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista americana JAMA (5), gli investigatori hanno ipotizzato che, rispetto all’esposizione a placebo, consumare un energy drink disponibile in commercio, aumenta la pressione e la frequenza cardiaca in adulti sani a riposo e in risposta a stress mentale e fisico (outcome primario). Inoltre, è stato ipotizzato che queste modifiche emodinamiche siano associate ad attivazione del sistema simpatico, che potrebbe predisporre ad aumento del rischio cardiovascolare (outcome secondario).
Si tratta di uno studio pilota randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, crossover, in cui sono stati reclutati 25 volontari sani di età ≥18 anni, non fumatori, senza patologie note e senza terapie concomitanti.
- Ogni partecipante ha consumato una lattina (480 mL) di un energy drink disponibile in commercio e una bevanda a base di placebo entro 5 minuti, in ordine random in 2 giorni separati, a distanza di massimo due settimane. La bevanda a base di placebo era simile nel gusto, consistenza e colore ma non conteneva caffeina o altri stimolanti presenti nell’energy drink (240mg di caffeina, 2000mg di taurina ed estratti di semi di guaranà, radice di ginseng e cardo mariano).
Nello studio, approvato dal Mayo Clinic institutional review board, i dati sono stati raccolti presso il Mayo Clinical Research Unit fra agosto e novembre 2013.
I partecipanti erano a digiuno e 24 ore prima di ogni giorno dello studio non dovevano avere assunto caffeina od alcool. Sono stati misurati i livelli serici di caffeina, glicemia e noradrenalina oltre alla misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca al basale e 30 minuti dopo l’ingestione della bevanda. Sono state effettuate misurazioni emodinamiche durante eventi stressanti fisici, mentali e termici.
- Su 25 soggetti sani partecipanti allo studio, 14 erano di sesso maschile. L’età media era 29 anni (IC 95% 26-31 anni) e l’indice di massa corporea medio era pari a 25 (IC 95% 23-26).
Un partecipante non ha completato 1 giorno di studio.
- I livelli di caffeina rimanevano invariati dopo la bevanda a base di placebo, ma aumentavano in misura statisticamente significativa dopo consumo di energy drink.
- I livelli di glicemia aumentavano in modo simile tra i gruppi.
- La pressione arteriosa e la frequenza cardiaca al basale erano normali e simili nei partecipanti nei giorni di studio sia con energy drink sia con placebo. Il consumo di energy drink ha determinato un aumento di 6,2% (IC 95% 4,5-7,8%) della pressione arteriosa sistolica (da 108,4 mm Hg a 115 mm Hg) vs un aumento di 3,1% (IC 95% 1,5-4,7%) con la bevanda a base di placebo (da 108,3 mm Hg a 111,6 mm Hg) (p=0,01).
La pressione arteriosa diastolica aumentava del 6,8% (IC 95% 4,1-9,6%) vs 0% (IC 95% da −2,8% a 2,8%) con placebo (p=0,001). La pressione arteriosa media aumentava dopo il consumo di energy drink del 6,4% (IC 95% 4,3-8,6%) da 74,2 mm Hg a 78,9 mm Hg vs l’1% (IC 95% da −1,2% a 3,2%) con la bevanda a base di placebo (da 74,9 mm Hg a 75,4 mm Hg) (p<0,001). Non sono state osservate differenze statisticamente significative nell’aumento della frequenza cardiaca tra i 2 gruppi. L’energy drink non potenziava ulteriormente le risposte emodinamiche agli stimoli di stress.
Il livello medio di noradrenalina aumentava da 149,8 pg/mL (IC 95% 126,3-173,4 pg/mL) a 249,8 pg/mL (214,9-284,7 pg/mL) dopo consumo di energy drink e da 139,9 pg/mL (IC 95% 116,3-163,5 pg/mL) a 178,6 (IC 95% 143,7-213,5 pg/mL) dopo placebo.
In sintesi
In questo studio pilota, un energy drink disponibile in commercio ha aumentato in misura statisticamente significativa i livelli di pressione arteriosa e di catecolamine in giovani adulti sani. Lo stress fisico, mentale o termico non accentuava ulteriormente l’aumento della pressione arteriosa. Queste modifiche emodinamiche ed adrenergiche acute possono predisporre ad aumento del rischio cardiovascolare (6,7).
Lo studio presenta alcuni limiti, come la dimensione ridotta del campione e l’impiego di 1 solo energy drink.
Pertanto, sono necessari ulteriori ricerche in studi più ampi per valutare se le modifiche acute osservate possano aumentare il rischio cardiovascolare.
Bibliografia
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