Cardiomiopatia associata a nivolumab e pembrolizumab

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
 
Il Centro Regionale di Farmacovigilanza di Marsiglia (Francia) ha analizzato le segnalazioni di cardiomiopatia attribuite a nivolumab o pembrolizumab, registrate nel database francese di farmacovigilanza tra l’1 settembre 2015 e il 31 dicembre 2016 (1).
 
In totale sono stati identificati 10 casi di cardiomiopatia in pazienti di età compresa tra 32 anni e 88 anni:

  • 8 casi associati a trattamento con nivolumab
  • 2 casi in pazienti trattati con pembrolizumab

Due pazienti sono stati esposti anche ad ipilimumab.
 
I pazienti che hanno manifestato la cardiomiopatia erano affetti da:

  • Melanoma (5 casi)
  • Carcinoma polmonare non a piccole cellule (4 casi)
  • Linfoma di Hodgkin (1 caso)

I disturbi cardiaci si sono manifestati dopo un periodo mediano di 21 giorni dall’inizio del trattamento (range 1 giorno-6 mesi).
L’esito, noto solo in 8 pazienti, era rappresentato da:

  • Un netto miglioramento o risoluzione dei sintomi dopo somministrazione di corticosteroidi in 5 pazienti
  • Nessun miglioramento in 1 paziente
  • Decesso in 2 pazienti (età: 72-88 anni)

Inoltre, sono stati identificati altri 8 casi pubblicati di pazienti che hanno sviluppato cardiomiopatia:

  • 3 assumevano nivolumab
  • 2 erano in terapia con pembrolizumab
  • 3 in trattamento combinato con nivolumab + ipilimumab

L’analisi di queste segnalazioni ha evidenziato diversi elementi in comune:

  • Un’insorgenza spesso all’inizio del primo ciclo di trattamento
  • Rapido deterioramento della funzione del ventricolo sinistro
  • Nessuna storia precedente di cardiopatia nella maggior parte dei casi
  • Segni di miosite in diversi casi

All’inizio del 2018 nel database europeo di farmacovigilanza erano presenti 30 casi di miocardite e 7 casi di cardiomiopatia attribuiti al trattamento con pembrolizumab.
 
Bibliografia

  1. Prescrire International 2018; 27: 180-181.

Link

Ultimo aggiornamento: 21 luglio 2018