A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
La maggior parte dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (non–small-celllungcancer,NSCLC) localmente avanzato, non resecabile, hanno una progressione della malattia nonostante il trattamento con chemioradioterapia definitiva (chemioterapia associata a radioterapia concomitante).
E’ stato condotto uno studio di fase 3 (1) al fine di confrontare il trattamento con durvalumab (anti-PDL-1) versus il placebo in pazienti con NSCLC allo stadio III che non presentavano una progressione della malattia dopo ≥2 cicli di chemioterapia a base di platino e radioterapia concomitante.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere, con un rapporto 2:1, un trattamento con durvalumab (ad una dose di 10 mg/kg di peso corporeo per via endovenosa) o placebo ogni 2 settimane per il periodo fino a 12 mesi.
Il farmaco in studio è stato somministrato dopo 1-42 giorni dal trattamento con chemioradioterapia. Gli end-point primari erano rappresentati dalla sopravvivenza libera da progressione e dalla sopravvivenza totale.
Gli end point secondari includevano i tassi di sopravvivenza libera da progressione a 12 e a 18 mesi, il tasso di risposta, la durata della risposta, il tempo che intercorreva prima del decesso o della comparsa di metastasi a distanza e la safety.
- Su 713 pazienti randomizzati, 709 hanno ricevuto un trattamento (473 durvalumab e 236 placebo).
- La sopravvivenza mediana libera da progressione a partire dalla randomizzazione è stata pari a 16,8 mesi (IC 95% 13-18,1) nei soggetti trattamenti con durvalumab versus 5,6 mesi (IC 95% 4,6-78) in quelli esposti a placebo (l’hazard ratio stratificataper progressione di malattia o morte 0,52; IC 95% 0,42-0,65; p<0,001).
- Il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 12 mesi era pari a 55,9% versus 35,3% e quello a 18 mesi era pari a 44,2% versus 27%.
- Rispetto al gruppo esposto al placebo, nei pazienti trattati con durvalumab, il tasso di risposta era superiore (28,4% vs 16%; p<0,001) e la durata medianadi risposta era maggiore (il 72,8% vsil 46,8% dei pazienti avevano una risposta in atto a 18 mesi).
- Il tempo mediano che intercorreva prima del decesso o della comparsa di metastasi a distanza era superiore nei soggetti trattati con durvalumab rispetto al gruppo esposto a placebo (23,2 mesi vs 14,6 mesi; p<0,001).
Eventi avversi
Sono insorti eventi avversi di qualsiasi causa e grado nel 96,8% dei pazienti che hanno ricevuto durvalumab e nel 94,9% dei soggetti esposti a placebo. Gli eventi avversi di grado 3 e 4 si sono verificati, rispettivamente, nel 29,9% e nel 26,1%.
L’evento avverso di grado 3 o 4 più frequente era rappresentato dalla polmonite (4,4% dei pazienti che hanno ricevuto durvalumab e nel 3,8% dei soggetti esposti a placebo).
- Il trattamento è stato interrotto a causa dell’insorgenza di eventi avversi nel 15,4% dei soggetti trattati con durvalumab e nel 9,8% dei pazienti nel gruppo esposto a placebo; eventi avversi gravi si sono verificati, rispettivamente, nel 28,6% e nel 22,6% dei pazienti.
- I decessi dovuti ad eventi avversi si sono verificati nel 4,4% dei pazienti che hanno ricevuto durvalumab versus il 5,6% dei soggetti nel gruppo esposto a placebo.
- Gli eventi avversi più frequenti che hanno determinato l’interruzione del trattamento con durvalumab e del placebo erano rappresentati dalla polmonite da radiazione (nel 6,3% e nel 4,3%, rispettivamente) e dalla polmonite (nell’1,1% e nell’1,3%).
- Gli eventi avversi di qualsiasi grado a prescindere dalla causasono stati riportati nel 66,1% dei pazienti trattati con durvalumab e nel 48,7% dei soggetti esposti a placebo. La maggior parte degli eventi era di grado 1 o 2, mentre quelli di grado≥3 erano rari (in <10% dei pazienti) in entrambi i gruppi.
- Rispetto al placebo, gli eventi avversi più frequentiassociati durvalumab includevano diarrea (18,3% versus18,8%), polmonite (12,6% versus 7,7%), rash (12,2% versus7,3%) e prurito (12,2% versus4,7%).
- Sono stati riportati eventi avversi per cui i pazienti hanno ricevuto un trattamento concomitantenel 42,1% dei soggetti trattati con durvalumab rispetto al 17,1% di quelli trattati con placebo e tali trattamenti includevano i glucocorticoidi (15,2% con durvalumab versus 6,8% con placebo), glucocorticoidi ad alto dosaggio (8,8% versus 5,1%), terapia endocrina (11,6% versus 1,3%) edaltri immunosoppressori (0,4% in entrambi i gruppi).
- Eventi avversi immuno-mediati di qualsiasi grado, a prescindere dalla causa, sono stati riportati nel 24,2% dei pazienti trattati con durvalumab e nell’8,1% dei soggetti esposti a placebo; gli eventi avversi immuno-mediati di grado 3 o 4 sono stati osservati, rispettivamente, nel 3,4% e nel 2,6% dei pazienti.
I trattamenti per tali eventi avversi includevano i glucocorticoidi per via sistemica (nel 14,3% dei pazienti trattati con durvalumab e nel 5,6% dei soggetti esposti a placebo), glucocorticoidi ad alto dosaggio (8,2%versus4,3%), terapia endocrina (10,7% versus1,3%) ed altri agenti immunosoppresori(0,4% in entrambi i gruppi).
Bibliografia
- Antonia SJ, et al. Durvalumab after chemoradiotherapy in stage III non-small-cell lung cancer. N Engl J Med 2017; 377: 1919-1929.