Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II
Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivisita scientifica Contact Dermatitis [2016; 75: 384–395] a cura di un gruppo di dermatologi sud coreani Hye Jin Lee, Ji Yeon Byun, You Won Choi and Hae Young Choi (Department of Dermatology, Ewha Womans University School of Medicine, Seoul 07985, Sud Corea) che riguarda due casi di dermatite alle palpebre provocati dal cobalto presente in alcuni prodotti cosmetici.
Gli Autori riferiscono che la prevalenza di dermatite alle palpebre varia dal 3% al 21% [1,2]. Secondo gli Autori questa tipologia di dermatite può essere causata da una varietà di fattori visto che le palpebre sono esposte ad agenti irritanti e/o allergeni presenti nell’aria, ma sono anche sito di applicazione di molti prodotti cosmetici. Gli Autori, in questo lavoro, riportano i casi relativi a 2 pazienti con dermatite alle palpebre, che avevano manifestato una reazione positiva al cloruro di cobalto, un metallo presente come colorante nei prodotti cosmetici che utilizzavano abitualmente.
Casi clinici
Il primo caso si riferisce ad una donna di 52 anni che manifestava una dermatite nella zona periorbitale da circa 5-6 mesi. La paziente mostrava chiazze eritematose e pruriginose che iniziavano dalle sopracciglia e si estendevano su tutta la fronte. Gli Autori precisano che la paziente non aveva utilizzato colliri o tinture per capelli. La paziente era stata sottoposta al TRUE test® (Smart-Practice, Hillerød, Danimarca) che aveva mostrato reazioni positive, nei giorni 2 e 4, al solfato di nichel e al cloruro di cobalto.
La paziente aveva riferito di aver utilizzato un prodotto cosmetico per delineare le sopracciglia. Gli Autori riportano che il metallo contenuto nel cosmetico utilizzato dalla donna era stato analizzato con una tecnica quale la spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente* mostrando la presenza di una notevole quantità di cobalto (76,9 ppm).
Il secondo caso riguarda una donna di 40 anni con una dermatite ricorrente alle palpebre nell’arco di un anno. La paziente presentava chiazze pruriginose ed eritematose su entrambe le palpebre superiori. Anche in questo caso, la paziente aveva riferito di non utilizzare colliri o tinture per capelli e di non soffrire di allergia ai metalli. Gli Autori riportano che avevano sottoposto la paziente al TRUE test che aveva dato reazioni positive, nei giorni 2 e 4, alla neomicina solfato, al dicromato di potassio, al cloruro di cobalto e ad un mix di parabeni. La donna su richiesta degli Autori aveva riferito di aver utilizzato due prodotti cosmetici per gli occhi prima dell’insorgenza dei sintomi: un ombretto glitterato e un eyeliner marrone. Gli Autori riferiscono che entrambi i prodotti erano privi di parabeni, ma che l’ombretto conteneva i coloranti Green 17 (CI 77288) e Green 18 (CI 77289), che sono, rispettivamente, a base di ossido di cromo e idrossido di cromo.
Le analisi dei contenuti in metalli dei prodotti utilizzati dalle due pazienti indicavano il cromo e il cobalto come principali allergeni sospetti.
Discussione
Gli Autori riferiscono che tutti i prodotti per il make-up colorati possono contenere metalli. I metalli possono essere inseriti nelle formulazioni dei prodotti cosmetici, o intenzionalmente in quanto presenti nei coloranti oppure in maniera non intenzionale come impurezze [3,4]. Gli Autori riportano che secondo il Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici è accettabile che i prodotti cosmetici contengano “tracce tecnicamente inevitabili” di metalli**, ma non esiste una legge riguardo la quantità ammessa di nichel, cobalto o cromo. Gli Autori riferiscono che è stato proposto che i livelli di nichel o cobalto non superino i 5 ppm, e che sarebbe preferibile che non superino 1 ppm. Tuttavia, un lavoro pubblicato nel 2000, in cui è stata eseguita l’analisi di ombretti, il livello di cobalto più alto riscontrato era pari a 41 ppm e solo il 25% dei prodotti analizzati ne conteneva una quantità inferiore a 1 ppm.
Gli Autori sottolineano che, in letteratura, sono stati segnalati pochi casi di dermatite causata dal cobalto, riferiti a prodotti cosmetici come gel per unghie e creme da massaggio [5,6] e che, in base alle loro conoscenze, non erano stati descritti precedentemnete casi di allergia al cobalto associata ai prodotti cosmetici per occhi. Concludono, infine, che in pazienti con dermatite periorbitale i dermatologi non devono valutare solo l’uso di cosmetici colorati ma anche educare i pazienti sulla possibilità della presenza di metalli in tali cosmetici al fine di evitare recidive.
Bibliografia
- Feser A, et al. Periorbital dermatitis – a recalcitrant disease. Br J Dermatol 2008; 159: 858–863.
- Landeck L, et al. Periorbital dermatitis in 4779 patients. Contact Dermatitis 2013; 70: 205–212.
- Wolf R, et al. Periorbital (eyelid) dermatides. Clin Dermatol 2014; 32: 131–140.
- Goh CL, et al. Allergic contact dermatitis form nickel in eyeshadows. Contact Dermatitis 1989; 20: 380–381.
- Sainio EL, et al. Metals and arsenic in eye shadows. Contact Dermatitis 2000; 42: 5–10.
- Guarneri F, et al. Nail-art and cobalt allergy. Contact Dermatitis 2010; 62: 320–321.
**articolo 17 “Tracce di sostanze vietate” Regolamento (CE) n.1223/2009 sui prodotti cosmetici.