Crescente aumento dell’allergia da contatto indotta dall’uso di acrilati presenti in prodotti per unghie sia negli utilizzatori finali che negli operatori cosmetici

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis (2016; 74: 110–127) a cura di un gruppo di ricercatori inglesi Rachel Montgomery1, Susan J. Stocks2 e S. Mark Wilkinson1 (1Department of Dermatology, Leeds Teaching Hospitals NHS Trust, Chapel Allerton Hospital, Leeds LS7 4SA, Regno Unito e 2Centre for Primary Care, University of Manchester, Manchester, M13 9PL, Regno Unito) riguardo numerosi casi di allergia da contatto manifestatasi dopo l’utilizzo di prodotti per unghie contenenti acrilati.
Gli acrilati e i metacrilati sono, come riportato dagli Autori, rispettivamente, i sali, gli esteri e le basi coniugate dell’acido acrilico e dell’acido metacrilico e sono causa di dermatiti allergiche da contatto (DAC) [1].
Gli Autori riportano che la dermatite da contatto occupazionale, manifestatasi dopo l’utilizzo dei metacrilati, è frequente nelle estetiste e nei “nail artists”. Gli Autori sottolineano che, in accordo al database “The Health and Occupation Research“*, nelle estetiste, la frequenza delle dermatiti da contatto occupazionali derivanti dall’uso dei metacrilati è aumentata in maniera significativa dal 1996 al 2011 [2]. In questo arco di tempo è, infatti, aumentato sia il numero di persone che lavora nelle industrie cosmetiche che la popolarità di questi trattamenti. Secondo altri Autori citati le dermatiti da contatto occupazionali provocate dai metacrilati sono un problema importante per gli onicotecnici [3].
Gli obiettivi di questo studio, quindi, sono stati: 1) determinare se la frequenza di DAC causata dagli acrilati sia aumentata sia tra i consumatori che nel contesto occupazionale; 2) descriverne le caratteristiche cliniche.
Gli Autori precisano che con il termine “acrilati”, utilizzato per agevolare la lettura, si riferiscono anche ai metacrilati e ai cianoacrilati.

Metodi
Gli Autori riportano che hanno condotto un’analisi retrospettiva su tutti i pazienti sottoposti a patch test con gli acrilati dal 2008 al 2014. I patch test erano stati effettuati con le serie a base di acrilati presenti nelle unghie, negli inchiostri e nei materiali dentari, forniti dal Chemotechnique (Vellinge, Svezia). I patch test erano stati condotti secondo le linee guida del International Contact Dermatitis Research Group (ICDRG) e della European Society of Contact Dermatitis. Gli allergeni erano stati occlusi per 48 ore e la lettura dei patch test era stata effettuata i giorni 2 e 4. Alle reazioni era stato assegnato un punteggio in base al quale erano classificate come reazioni positive deboli (+), forti (++) e gravissime (+++) anche se venivano considerate solo le reazioni deboli (+) e forti (++) [4]. Gli Autori riportano che, nella loro analisi retrospettiva, le reazioni sono state interpretate in relazione alla storia clinica di ogni paziente e sono stati registrati i dettagli demografici e clinici, inclusi l’età, il sesso, l’occupazione, la storia di atopia, il sito primario della dermatite e l’uso nel tempo dei prodotti per le unghie.
I risultati sono stati inseriti nel database del Dipartimento di dermatologia degli Autori e da questo sono stati estrapolati i dati per lo studio retrospettivo. Il test statistico utilizzato è stato il Cochrane–Armitage trend test.

Risultati
Gli Autori riferiscono che nel periodo in studio (2008-2014) sono stati sottoposti a patch test 4.710 pazienti di cui 455 sono stati testati con la serie degli acrilati. Gli Autori evidenziano che, tra il 2008 e il 2014, il numero di pazienti sottoposti a patch test con le serie a base di acrilati presenti nelle unghie, negli inchiostri e nei materiali dentari è più che triplicato. Gli Autori riferiscono che, tra i 455 pazienti sottoposti a patch test con gli acrilati, 54 hanno mostrato reazioni positive considerate tutte clinicamente rilevanti.
Gli Autori riportano di avere osservato negli anni un importante incremento di allergie nella popolazione sottoposta a patch test (p<0,0001) così come dopo stratificazione per i consumatori con DAC causata dagli acrilati presenti nei prodotti per le unghie (p=0,0017) e per i casi di DAC occupazionale (p=0,043).
Gli Autori riferiscono che, tra tutti i pazienti risultati allergici agli acrilati (n=54), 44 (81,2%) erano allergici anche all’idrossietil metacrilato (HEMA), mentre gli altri 10 erano allergici solo agli acrilati. Gli Autori evidenziano, inoltre, che tra i casi di DAC occupazionale, 13 soggetti (92,9%) erano risultati allergici all’HEMA.
Gli Autori riportano che l’età dei pazienti era compresa in un range tra 14 e 80 anni (media 41 anni, mediana 40 anni) e che la maggior parte dei soggetti era di sesso femminile (91%). Gli Autori sottolineano che 25 (46,3%) di questi pazienti avevano riferito una precedente storia di atopia. Aggiungono che, dei 54 pazienti risultati allergici agli acrilati, 17 (31,5%) sono stati classificati come DAC occupazionali, infatti in 16 di questi casi si trattava di estetiste e in 1 caso di un muratore. Tra i rimanenti casi (n=37; 68,5%), in 30 la DAC era correlata a prodotti per unghie contenti acrilati; in 2 ad otturazioni dentali; in 2 ad adesivi; in 1 a materiali dentali non specificati; in 1 a apparecchi ortodontici e in 1 ad inchiostri per la stampa.
Gli Autori riportano le sedi di reazioni agli acrilati presenti nei prodotti per unghie: le più comuni sono state il viso (13 pazienti, 43%) con predominanza di eczema alle palpebre, seguito dalle mani (7 pazienti, 23%). Gli Autori precisano che 2 pazienti (6%) avevano manifestato eczema sia alle mani che al viso mentre 3 pazienti (10%) un eczema localizzato ai polpastrelli. In 2 pazienti (10%), inoltre, si erano manifestate alterazioni ungueali tra cui onicolisi distale e paronichia secondaria. Un unico paziente (3%) aveva manifestato un eritema generalizzato.

Conclusioni
Secondo lo studio condotto dagli Autori, le DAC causate dagli acrilati sono un problema importante e in aumento sia tra i consumatori che utilizzano prodotti per unghie contenenti acrilati che tra gli operatori del settore che lavorano con questi prodotti.
I risultati ottenuti dagli Autori evidenziano che i pazienti inclusi nel loro studio erano prevalentemente donne e che il sito di reazione più comune era il viso, seguito dalle mani, in accordo a quanto già osservato per le DAC causate da altri cosmetici per unghie. Gli Autori precisano, infatti, che altre tipologie di cosmetici causa di DAC contengono la resina tosilamide/formaldeide, che funge da promotore dell’adesione ed è il più comune allergene presente negli smalti per unghie [5]. Gli Autori riportano, inoltre, che anche l’anidride ftalica e l’anidride trimellitica, sostanze utilizzate come indurenti epossidici, sono indicate come causa di DAC [6]. Queste sostanze, infatti, causano dermatiti simili a quelle provocate dagli acrilati con manifestazioni sopratutto al volto [5-7].
Gli Autori hanno osservato che la frequenza di reazioni positive, clinicamente rilevanti, agli allergeni presenti nei prodotti per unghie a base di acrilati è in significativo aumento sia tra i consumatori che tra i professionisti del settore. Tali risultati sono in accordo ai dati raccolti dalla rete dell’IVDK (The information Network of Departments of Dermatology)** dal 2004 al 2013 [3], che mostrano un problema notevole riguardo alla dermatite da contatto causata dai metacrilati.
Gli Autori riferiscono che in un altro recente studio, in cui era stato rilevato l’80,6% di casi positivi all’HEMA, è stato osservato che l’HEMA è un buon allergene per lo screening della dermatite da contatto causata dai metacrilati; tale risultato è paragonabile a quello ottenuto dagli Autori. Gli Autori, tuttavia, raccomandano di utilizzare una serie più ampia di allergeni per aumentare la precisione del dato [1].
Gli Autori sottolineano che, dal momento che molti metacrilati cross-reagiscono tra loro, i pazienti spesso sono allergici a più sostanze.
In sintesi, quindi, gli Autori riportano che la DAC causata da acrilati è un problema crescente sia nel contesto professionale che tra i consumatori.

* The Health and Occupation Research (THOR): database contenente informazioni riguardo alle malattie occupazionali. Le informazioni contenute nel THOR sono raccolte da una rete di più di 1150 medici specializzati in medicina del lavoro e medici di medicina generale di tutto il Regno Unito.

** The Information Network of Departments of Dermatology (IVDK): gruppo di dermatologi tedeschi, svizzeri e austriaci, con sede presso l’University Mediacal Center, a Gottinga, in Germania, che si occupano della valutazione e analisi scientifica dei casi di allergia da contatto.

Bibliografia

  1. Ramos L, et al. Allergic contact dermatitis caused by acrylates and methacrylates – a 7 year study. Contact Dermatitis 2014; 71: 102–107.
  2. Kwok C, et al. Cases of occupational dermatitis and asthma in beauticians that were reported to The Health and Occupation Research (THOR) network from 1996 to 2011. Clin Exp Dermatol 2014; 39: 590–595.
  3. UterW, Geier J. Contact allergy to acrylates and methacrylates in consumers and nail artists – data of the Information Network of Departments of Dermatology, 2004–2013. Contact Dermatitis 2015; 72: 224–228.
  4. Johansen J D, et al. European Society of Contact Dermatitis guideline for diagnostic patch testing – recommendations on best practice. Contact Dermatitis 2015; 73: 195–221.
  5. González-Muñoz P, et al. Allergic contact dermatitis caused by cosmetic products. Actas Dermosifiliogr 2014; 105: 822–832.
  6. Moffitt D, Sansom J. Allergic contact dermatitis to phthalic anhydride/trimellitic anhydride/glycols copolymer in nail varnish. Contact Dermatitis 2002; 46: 236.
  7. Lazzarini R, et al. Frequency and main sites of allergic contact dermatitis caused by nail varnishes. Dermatitis 2008; 19: 319–322.
  8. Kanerva L, Estlander T. Allergic onycholysis and paronychia caused by cyanoacrylate nail glue, but not by photobonded methacrylate nails. Eur J Dermatol 2000; 10: 223–225.
Ultimo aggiornamento: 08 giugno 2016