Pemfigoide bolloso indotto da trattamento con secukinumab

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Un uomo di 49 anni, affetto da psoriasi a placche, era in trattamento con secukinumab (300 mg/settimana s.c.).

Dopo la seconda dose di secukinumab, il paziente riferì la comparsa di vescicole, soprattutto alle estremità.

Gli esami di laboratorio evidenziarono un aumento dei livelli serici di eosinofili (1,66 x 109/L; range normale: 0,02–0,52 x 109/L) e di autoanticorpi anti-BP180 (>200 RU/mL; range normale <20).

Venne fatta diagnosi di pemfigoide bolloso grazie all’immunofluorescenza diretta.

Il trattamento con secukinumab venne interrotto e il paziente venne trattato con corticosteroidi per via topica, nicotinamide (660 mg/die per os) e minociclina (200 mg/die per os).

Le lesioni cutanee migliorarono in modo significativo dopo 7 giorni di trattamento.

 

Il pemfigoide bolloso è stato riportato tra le reazioni avverse di farmaci biologici, come ustekinumab, adalimumab ed etanercept (2).

Sono stati riportati casi anche in pazienti trattati con secukinumab (3,4).

  

Bibliografia

  1. Wang G, et al. A case report of bullous pemphigoid following secukinumab therapy for a patient with psoriasis. J Dermatolog Treat 2024; 35: 2366535.
  2. Husein-ElAhmed H, Steinhoff M. Bullous pemphigoid induced by biologic drugs in psoriasis: a systematic review. J Dermatolog Treat 2022; 33: 1–4.
  3. Ho PH, Tsai TF. Development of bullous pemphigoid during secukinumab treatment for psoriasis. J Dermatol 2017; 44: e220–e1.
  4. Fatima R, Altorok N. Secukinumab-induced bullous pemphigoid in a patient with psoriatic arthritis. Am J Ther 2023. doi: 10.1097/MJT.0000000000001642.
Ultimo aggiornamento: 19 dicembre 2024