A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Caso clinico (1)
Un ragazzo ha sviluppato rabdomiolisi dopo aver assunto escitalopram.
Il paziente aveva iniziato ad assumere escitalopram in seguito a una diagnosi di depressione.
Inizialmente il ragazzo aveva tratto beneficio dal trattamento con escitalopram alla dose di 10 mg; tuttavia, dopo 6 mesi, i sintomi depressivi aumentarono.
La dose venne aumentata da 10 a 15 mg/die.
Gli esami di laboratorio hanno evidenziato un aumento notevole della creatin-chinasi (CK) >20.000 U/L.
Venne fatta diagnosi di rabdomiolisi indotta da escitalopram.
Il farmaco venne interrotto gradualmente con una riduzione di 5 mg ogni 2 giorni.
Undici giorni dopo l’ultima assunzione di escitalopram, i livelli di CK rientrarono nel range della norma.
In letteratura sono stati riportati casi di rabdomiolisi associati a trattamento con escitalopram (2-5).
Bibliografia
- Mathisen KK, Hardersen R. Escitalopram-associated rhabdomyolysis. Tidsskr Nor Laegeforen 2023; 143. doi: 10.4045/tidsskr.23.0093
- Lewien A, et al. Escitalopram-related rhabdomyolysis. J Clin Psychopharmacol 2011; 31: 251–3.
- Lecardeur L, et al. Rhabdomyolysis after escitalopram treatment in a young adult with melancholic depression. J Clin Psychopharmacol 2015; 35: 108–9.
- Mermelstein AC, Mermelstein J. Rhabdomyolysis With Risperidone and Escitalopram Coadministration: A Case Report. J Clin Psychopharmacol 2016; 36: 97–8.
- Richards S, et al. Selective serotonin reuptake inhibitor-induced rhabdomyolysis associated with irinotecan. South Med J 2003; 96: 1031–3.