A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Caso clinico (1)
Una donna di 80 anni, affetta da carcinoma vescicale metastatico, manifestò rash e prurito tre mesi dopo aver iniziato un trattamento con pembrolizumab.
Al momento del ricovero, non aveva febbre, i valori della pressione erano nella norma e la frequenza cardiaca era 74 battiti/minuto.
La biopsia cutanea evidenziò la presenza di dermatite lichenoide con eosinofili.
La paziente venne trattata con prednisone (1 mg/kg/die) e il trattamento con pembrolizumab venne interrotto definitivamente.
Un mese dopo le dimissioni dall’ospedale, le lesioni cutanee si erano risolte completamente.
Nei pazienti trattati con pembrolizumab è stata riportata l’insorgenza di reazioni cutanee, tra cui rash maculopapulare, eruzione lichenoide, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica (2).
Bibliografia
- McCormick BJ, et al. Immune checkpoint inhibitor lichenoid eruption due to pembrolizumab. BMJ Case Rep 2023; 16: e254692.
- Geisler AN, et al. Immune checkpoint inhibitor-related dermatologic adverse events. J Am Acad Dermatol 2020; 83: 1255–68.