Reazione cutanea associata a trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Un uomo di 74 anni venne sottoposto ad intervento chirurgico per melanoma metastatico al cervello.

In seguito venne trattato con l’associazione ipilimumab+nivolimumab (inibitori dei checkpoint immunitari).

Dieci giorni dopo aver completato il primo ciclo a base di ipilimumab+nivolimumab, si manifestarono diverse lesioni cutanee dolorose ai piedi e alle braccia, associate a edema alle estremità inferiori, erosioni, xerosi e lichenificazione.

 

La biopsia cutanea evidenziò la presenza di vasculite leucocitoclastica a predominanza neutrofila.

Venne fatta diagnosi di vasculite leucocitoclastica indotta dal trattamento con ipilimumab+nivolimumab.

Per tale motivo la terapia con inibitori dei checkpoint immunitari venne interrotta.

Il paziente fu sottoposto a trattamento con steroidi ed antibiotici.

Le lesioni cutanee migliorarono.

 

Vasculite leucocitoclastica colpisce i vasi di piccolo calibro. L’infiltrato infiammatorio è costituito da neutrofili.

Una revisione della letteratura ha evidenziato che la vasculite è un evento raro che si può sviluppare a seguito del trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari (2,3).

Nella maggior parte dei casi, per trattare la reazione, vengono utilizzati gli steroidi per via sistemica fino a quando non si formano più nuove lesioni.

 

 

Bibliografia

  1. Cherneskie J Jr, et al. A rare cutaneous manifestation of immune checkpoint inhibitor therapy. Clin Case Rep 2023; 11: e7151.
  2. Crout TM, et al. Systemic vasculitis associated with immune check point inhibition: analysis and review. Curr Rheumatol Rep 2019; 21: 28.
  3. Daxini A, et al. Vasculitis associated with immune checkpoint inhibitors—a systematic review. Clin Rheumatol 2018; 37: 2579‐2584.
Ultimo aggiornamento: 12 giugno 2023