A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Caso clinico (1)
Un uomo di 52 anni si presentò al pronto soccorso con allucinazione e alterazione del livello di coscienza.
Due mesi prima, il paziente era stato ricoverato per ustioni di terzo grado nel 31% della superficie corporea. Durante la degenza era stato trattato con ceftriaxone e linezolid. Al momento delle dimissioni, la terapia includeva un trattamento linezolid (600 mg BID per os).
Quando l’uomo arrivò al pronto soccorso, i suoi parametri vitali erano i seguenti: frequenza cardiaca 84 battiti/minuto, pressione arteriosa 115/70 mm Hg, frequenza respiratoria 20 atti/minuto e la saturazione dell’ossigeno 97%. Alla visita generale, il paziente non risultava orientato nel tempo e nello spazio, ma proferiva parole incomprensibili e aveva allucinazioni uditive e visive. Per il resto, la visita neurologica risultò nella norma.
L’uomo non aveva mai sofferto di disturbi neuropsichiatrici, né assumeva farmaci psicotropi, come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (selective serotonin reuptake inhibitors, SSRI), inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI), inibitori delle monoamino-ossidasi (MAOI) o altri farmaci che possono determinare l’insorgenza di sindrome serotoninergica. Il paziente non era fumatore, né era consumatore di alcolici, né facevo uso di droghe.
I risultati degli esami di laboratorio furono i seguenti: leucociti 7400/μL, piastrine 264.000/μL, creatinina 0,8 mg/dL, sodio 138 mmol/L, potassio 4,2 mmol/L, cloro 101 mmol/L e bicarbonato 24 mmol/L.
Il livello di linezolid risultò pari a 1.600 mg/die, che è superiore alla dose tossica (1.200 mg/die), per cui il trattamento con linezolid venne interrotto.
I sintomi del paziente iniziarono a migliorare e nell’arco di 2 giorni le condizioni del paziente si stabilizzarono. Alla visita di follow-up effettuata una settimana dopo, il paziente riferì di non avere più sintomi.
Alcune classi di antibiotici sono state associate a sviluppo di problemi neuropsichiatrici, che si possono manifestare con encefalite, ipertensione endocranica, psicosi e allucinazioni (2). Gli antibiotici che con maggiore frequenza sono associati ad insorgenza di psicosi includono le penicilline, le cefalosporine, i fluorochinoloni e i farmaci per la tubercolosi (3,4).
Il linezolid è di solito ben tollerato. Le reazioni avverse gravi associate a linezolid che richiedono l’interruzione del trattamento con questo farmaco includono l’acidosi lattica, la sindrome serotoninergica, la mielosoppressione, la neuropatia ottica e la neuropatia periferica (5-8).
Bibliografia
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