A cura di Antonio Santangelo1 e di Saffi Ettore Giustini2
1UOSD Farmacologia Clinica. AOU Policlinico “G. Martino” Messina
2MMG Montale (PT)
Storia clinica
La signora C. è una donna di 68 anni che giunse all’osservazione del medico curante per la comparsa di diarrea (in media 4 – 5 scariche acquose al dì) da più di quattro settimane.
Anamnesi patologica remota: storia di ipotiroidismo acquisito post-chirurgico in trattamento sostitutivo con L-tiroxina 75 mcg/die da 10 anni in buon compenso funzionale; ipercolesterolemia familiare trattata da 7 anni con una statina.
All’anamnesi patologica prossima risultava che, a seguito di una recente esofago-gastroduodenoscopia, per il riscontro di una lieve esofagite da reflusso, la paziente era in trattamento con inibitori di pompa protonica da circa quattro mesi.
Il medico decise di intraprendere un approfondimento diagnostico suggerendo esami ematochimici generali e specifici per sospetta patologia dell’apparato gastroenterico. Gli esami effettuati (calprotectina fecale, coprocoltura, esame parassitologico, grassi fecali, anticorpi EMA e TGA) risultarono negativi. Si documentava solo un rialzo della VES.
Per il persistere della suddetta sintomatologia venne effettuata una retto-colonscopia con prese bioptiche multiple (colon ascendente, trasverso, discendente) che documentò quanto segue:
- Mucosa macroscopicamente indenne
- Esame istologico: evidenza di un infiltrato linfocitario a sede intraepiteliale e nella lamina propria a carico del colon ascendente e trasverso.
Nel sospetto di una patologia iatrogena si decise di sospendere il trattamento con l’inibitore di pompa protonica e gradualmente ci fu una progressiva riduzione della diarrea.
Nel caso descritto, applicando la scala delle probabilità di Naranjo (1), la correlazione tra esposizione ad inibitore di pompa protonica ed insorgenza della diarrea è risultata “probabile” (punteggio 6).
La diagnosi: colite microscopica con variante linfocitica correlata all’assunzione di inibitore di pompa protonica.
Key point
La colite microscopica (CM) è una forma di diarrea cronica in cui la colonscopia risulta quasi sempre macroscopicamente nella norma ed istologia che documenta infiammazione/infiltrazione linfocitaria aspecifica.
Nello specifico il termine colite microscopica comprende due entità patologiche (colite linfocitica e collagenosa). È stata associata a malattie autoimmunitarie ma anche ad esposizione a farmaci, come FANS, salicilati, ticlopidina, ranitidina, bifosofonati, statine, carbamazepina, inibitori selettivi del reuptake della serotonina (2-6).
Il sesso femminile, l’età avanzata, la presenza di patologie autoimmunitarie rappresentano alcuni dei noti fattori di rischio/predisposizione per CM.
I cortisonici possono essere utili nell’induzione della remissione ma anche come terapia di mantenimento sia per la colite linfocitica che per quella collagenosa (7-9).
Take home message
La diarrea cronica rappresenta una condizione clinica di riscontro relativamente frequente nella comune pratica clinica. Nell’ambito della diagnosi differenziale il medico non deve trascurare una possibile genesi iatrogena della stessa, attraverso un’accurata anamnesi farmacologica.
Bibliografia
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Link
Nota
Il caso clinico descritto è totalmente inventato o adattato a scopo didattico.