Cascata delle prescrizioni: un caso clinico

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Un uomo di 58 anni era affetto da disturbi bipolari, diabete di tipo 2 con complicanze microvascolari, stenosi del canale cervicale, osteoartrite spinale, parkinsonismo ed epatite cronica di tipo B.

Inoltre, era un ex-fumatore.

 

Da 3 giorni il paziente manifestava vomito e riduzione dell’appetito e da 4 mesi assumeva antiemetici per la nausea.

Nell’ultimo anno aveva perso 10 kg.

Non presentava febbre, né disturbi urinari o diarrea.

Alla visita, era presente disidratazione; la frequenza cardiaca era 64 battiti/minuto e la pressione era 145/80 mmHg.

Al momento del ricovero, il paziente assumeva in modo regolare circa 20 farmaci, tra cui metoclopramide, ondansetron, proclorperazina, tenofovir + emtricitabina, entecavir, levodopa + benserazide, quetiapina, vortioxetina, dapagliflozin, insulina glargine, linagliptin + metformina, diazepam, tiotropio, budesonide + formoterolo, telmisartan, fenofibrato, atorvastatina, levotiroxina.

Inoltre, assumeva altri farmaci al bisogno, tra cui paracetamolo, salbutamolo, temazepam e lattulosio.

 

Il paziente venne trattato per la chetoacidosi e lieve insufficienza renale acuta, oltre che per la nausea, la stipsi e la disidratazione.

Grazie ad un consulto tra medici e farmacisti, venne identificata una possibile cascata delle prescrizioni:

  • Nausea: poteva essere stata causata o peggiorata dal trattamento con tenofovir + emtricitabina, levodopa, stipsi e chetoacidosi.
  • Stipsi: poteva essere associata a ondansetron, proclorperazina o alla disidratazione.
  • Chetoacidosi: poteva essere indotta dal dapagliflozin
  • Insufficienza renale acuta: poteva essere associata a telmisartan, tenofovir + emtricitabina e alla disidratazione.
  • La metoclopramide e la proclorperazina potevano peggiorare il parkinsonismo, mentre

 

Per tale motivo, fu presa in considerazione la possibilità di razionalizzare la terapia, interrompendo alcuni trattamento o riducendo le dosi.

 

Dopo 1 mese, la nausea era migliorata per cui venne interrotta la terapia con gli antiemetici.

Anche la funzionalità renale ritornò ai livelli basali.

 

Questo caso evidenzia come l’assunzione di molti farmaci può determinare l’insorgenza di effetti avversi a cui segue la prescrizione di altri farmaci che, a loro volta, possono determinare l’insorgenza di eventi avversi (2,3).

  

Bibliografia

  1. Poon J, et al. Sum of the parts: a cascade of adverse effects. Aust Prescr 2024; 47: 125-8
  2. Kalisch L, et al. The prescribing cascade. Aust Prescr 2011; 34: 162-6.
  3. Rochon PA, Gurwitz JH. The prescribing cascade revisited. Lancet 2017; 389: 1778-80.
Ultimo aggiornamento: 23 ottobre 2024