Acidosi ipercloremica indotta da farmaci. Autorità regolatoria neozelandese (Bollettino – Settembre 2024)

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Nel Bollettino dell’autorità regolatoria neozelandese, pubblicato nel Settembre 2024 (1), è stato riportato un avviso relativo al rischio di sviluppare acidosi ipercloremica indotta da farmaci.

 

Il Centro di Monitoraggio delle Reazioni Avverse (Centre for Adverse Reactions Monitoring, CARM) della Nuova Zelanda ha ricevuto una segnalazione di acidosi ipercloremica associata a trattamento con topiramato.

 

Il topiramato può causare acidosi ipercloremica in alcuni pazienti in quanto inibisce l’anidrasi carbonica.

 

Una riduzione dei livelli del bicarbonato serico di solito si verifica all’inizio della terapia, ma si può sviluppare in qualsiasi momento del trattamento.

Di solito tale riduzione è di grado lieve-moderato.

Tuttavia sono stati riportati casi di valori di bicarbonato serico < 10 mmol/L (range di riferimento negli adulti: 22–29 mmol/L).

 

Nei casi in cui si sviluppa acidosi metabolica e persiste, bisogna prendere in considerazione la riduzione della dose o l’interruzione del trattamento con topiramato, riducendo gradualmente il dosaggio.

 

L’acidosi metabolica cronica non trattata può aumentare il rischio di nefrolitiasi o nefrocalcinosi.

 

Anche altri farmaci possono contribuire allo sviluppo di acidosi ipercloremica, tra cui l’acetazolamide, la zonisamide, gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’aldosterone (2).

 

Bibliografia

  1. Prescriber Update 2024; 45: 57–58
  2. Pham AQ, et al. Drug-induced metabolic acidosis. F1000Research 2015; 4: 1460.

 

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Ultimo aggiornamento: 18 settembre 2024