Reazioni avverse indotte da ceftriaxone

A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina

 

Caso clinico (1)

Un bambino di 3 anni aveva sviluppato tosse, senza apparente causa, da una settimana. 

Venne diagnosticata una bronchite, per cui il bimbo venne trattato con ceftriaxone per via endovenosa per 4 giorni.

Al 5° giorno, il bambino sviluppò pallore, rigidità degli arti e mancanza di reattività.

La temperatura era 36°C, la frequenza cardiaca 160 battiti/minuto, frequenza respiratoria 20 atti/minuto e la pressione sanguigna 100/70 mmHg.

Non era presente rash.

Venne fatta diagnosi di reazione avversa indotta da ceftriaxone.

Il trattamento con ceftriaxone è stato interrotto immediatamente e il bambino venne trasferito nel reparto di emergenza pediatrica, dove gli venne somministrato ossigeno.

Il colorito della cute del paziente migliorò.

Dopo mezz’ora, il bimbo di nuovo manifestò pallore, aumento del tono muscolare e riduzione della frequenza cardiaca. Immediatamente vennero somministrati ossigeno, adrenalina, midazolam e metilprednisolone.

Inoltre, venne effettuata una trasfusione e furono somministrate immunoglobuline per via endovenosa.

Il paziente continuò a ricevere metilprednisolone, che in seguito venne sostituito con prednisolone.

Gli esami di laboratorio mostrarono un aumento significativo di ALT, AST e creatina chinasi, suggerendo un coinvolgimento cardiaco.

La diagnosi finale fu anemia emolitica, danno miocardico, alterazioni della funzionalità epatica e colecistolitiasi.

Le condizioni del bimbo gradualmente migliorarono e il paziente venne dimesso dopo 12 giorni di ospedalizzazione.

 

Il ceftriaxone è un antibiotico beta-lattamico ampiamente impiegato per il trattamento di infezioni respiratorie.

Nella maggior parte dei casi, le reazioni avverse indotte dal trattamento con ceftriaxone sono di grado relativamente lieve, come i disturbi gastrointestinali.

Con minore frequenza, il ceftriaxone può determinare l’insorgenza di danno renale, epatite colestatica, anemia emolitica e litiasi. In casi molto rari è risultato associato a crisi emolitica, insufficienza renale, insufficienza multiorgano e persino morte (2-12).

 

Bibliografia

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Ultimo aggiornamento: 17 maggio 2024