A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Caso clinico (1)
Un ragazzo di 18 anni con infezione da HIV era in trattamento con emtricitabina, tenofovir alafenamide e bictegravir.
Dopo 4 mesi dall’inizio della terapia manifestò dolore epigastrico, nausea e vomito.
All’esame obiettivo era evidente la presenza di ittero e di linfoadenopatia cervicale anteriore. Non era presente epatosplenomegalia.
I risultati degli esami di laboratorio evidenziarono un’anemia normocromica normocitica, associata ad aumento dei livelli di bilirubina totale (17,2 mg/dl) e indiretta (16,2 mg/dl).
I livelli di vitamina B12 e folato erano nella norma.
L’ecografia addominale non evidenziò alterazioni.
Fu fatta diagnosi di iperbilirubinemia indotta dalla terapia con emtricitabina, tenofovir alafenamide e bictegravir.
Pertanto, il trattamento con questa associazione venne interrotto; i livelli di bilirubina iniziarono a diminuire a 11,2 mg/dl e i sintomi si risolsero.
Il paziente venne dimesso con una terapia a base di dolutegravir e lamivudina.
Tre settimane dopo le dimissioni, le concentrazioni di bilirubina totale erano pari a 4,3 mg/dl e dopo 2 mesi migliorarono ulteriormente (valori 2,8 mg/dl).
Le reazioni avverse più frequenti associate al trattamento con emtricitabina, tenofovir alafenamide e bictegravir, osservate durante i trial clinici, includevano diarrea, nausea, cefalea, astenia, vertigini e insonnia.
Sono stati riportati anche casi di aumento dei livelli degli enzimi epatici, dei neutrofili, del colesterolo e della bilirubina.
Bibliografia
- Parmar K, et al. A possible case of bictegravir-associated severe unconjugated hyperbilirubinemia. AIDS Res Ther 2023; 20: 5.