A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
Un Centro di Farmacovigilanza regionale francese ha ricevuto una segnalazione relativa ad un caso di shock cardiogeno in seguito ad una possibile interazione tra verapamil e un collirio a base di carteololo (1).
Una donna di 55 anni, con una diagnosi di glaucoma ad angolo aperto, era in trattamento da 1 mese e mezzo con colliri a base di carteololo (una goccia al giorno in ciascun occhio) senza aver sviluppato effetti collaterali.
Durante un episodio di palpitazioni associate a tachicardia giunzionale, la paziente ha assunto una compressa di verapamil (240 mg), come era solita fare quando un episodio era troppo fastidioso.
Poche ore dopo aver assunto la compressa, la donna ebbe un collasso e venne ricoverata in terapia intensiva con uno shock cardiogeno autolimitante.
Era la prima volta che la donna assumeva verapamil da quando aveva iniziato il trattamento con i colliri contenenti carteololo.
L’uso concomitante di un beta-bloccante e di un calcio-antagonista può determinare l’insorgenza di bradicardia, disturbi della conduzione cardiaca ed insufficienza cardiaca.
Anche se i colliri vengono utilizzati con l’obiettivo di ottenere un’azione a livello locale, ci si deve sempre aspettare il passaggio nella circolazione sistemica con la conseguenza di avere possibili effetti in sedi diverse dall’occhio.
Dal momento che i beta-bloccanti contenuti nei colliri potrebbero esporre i pazienti agli stessi effetti avversi di quelli assunti per via orale, i pazienti in trattamento con questi farmaci dovrebbero essere informati dei possibili effetti avversi e dovrebbero essere monitorati con regolarità per l’eventuale insorgenza di bradicardia.
Bibliografia
- Beta-blocker eye drops + verapamil: bradycardia and collapse. Prescrire International 2021; 30: 266-267.
Link