A cura di Alessandra Russo. Specialista in Tossicologia Medica. Messina
L’Autorità regolatoria australiana (Therapeutic Goods Administration, TGA) ha pubblicato un avviso relativo ad un possibile aumento del rischio di neutropenia associata a trattamento con ocrelizumab.
L’ocrelizumab è un anticorpo (sottotipo di immunoglobulina G1) monoclonale ricombinante umanizzato anti-CD20, impiegato nel trattamento della sclerosi multipla.
Sono stati riportati casi di neutropenia ad insorgenza ritardata: sebbene alcuni casi fossero di grado 3 o 4, nella maggior parte dei casi si trattava di neutropenia di grado 1 o 2.
Tali casi sono stati riportati almeno 4 settimane dopo l’ultima infusione di ocrelizumab.
La neutropenia si può verificare anche diversi dopo la somministrazione di ocrelizumab come osservato in ambito post-marketing.
Il TGA ha valutato il rischio di insorgenza di neutropenia ad esordio ritardato a seguito del trattamento con ocrelizumab.
Fino al 16 giugno 2021, il TGA ha ricevuto 4 segnalazioni di neutropenia associata a ocrelizumab.
In 3 casi su 4, l’ocrelizumab era l’unico farmaco sospettato.
Raccomandazioni per gli operatori sanitari
- La neutropenia ad esordio ritardato è un problema grave e richiede immediata diagnosi e un tempestivo trattamento.
- I segni e i sintomi possono non essere evidenti all’inizio e si possono manifestare almeno 4 settimane dopo l’ultima somministrazione di ocrelizumab.
- Pertanto, nei pazienti con segni e sintomi di infezione, si raccomanda la misurazione dei neutrofili nel sangue.
Bibliografia
- Auer M, et al. Late-onset neutropenia in a multiple sclerosis patient after first dose ocrelizumab switched from rituximab. Mult Scler Relat Disord 2020; 43: 102155.
- Cohen BA. Late-onset neutropenia following ocrelizumab therapy for multiple sclerosis. Neurology 2019; 92: 435-436.
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