A cura della Dott.ssa Ilaria Campesi (Dipartimento di Scienze Biomediche – Università di Sassari) e Alessandra Russo (Specialista in Tossicologia Medica – Messina)
Sulla rivista Blood (1) è stato pubblicato un articolo relativo alle potenziali interazioni degli anticoagulanti. Di seguito se ne riporta un’ampia sintesi.
Gli anticoagulanti orali sono alcuni dei farmaci più comunemente prescritti, in particolare tra gli anziani, pur essendo una delle classi di farmaci più a rischio di causare eventi avversi.
Le tendenze recenti mostrano un aumento del tasso di prescrizione degli anticoagulanti orali diretti come dabigatran, rivaroxaban, apixaban ed edoxaban, mentre molti pazienti continuano una terapia con warfarin per una serie di motivi.
Una componente essenziale della gestione della terapia anticoagulante di alta qualità e dell’uso sicuro di questi farmaci ad alto rischio è la gestione dell’interazione farmaco-farmaco.
Tutti gli anticoagulanti orali sono substrati della glicoproteina-P (p-gp) (Tabella 1) e possono andare incontro ad interazioni con altri farmaci, per cui necessitano di vigilanza e spesso di un intervento.
Nonostante il warfarin sia noto per le sue numerose interazioni farmacologiche, nessun farmaco è ritenuto controindicato con warfarin purché l’interazione con il farmaco sia presa in considerazione prima dell’inizio del trattamento con il farmaco che può interagire.
Infatti, la possibilità di aggiustare la dose di warfarin consente al medico di tenere conto delle interazioni tramite il monitoraggio dell’International Normalized Ratio (INR) (Tabella 2).
Gli anticoagulanti orali diretti hanno il vantaggio di un minor numero di interazioni farmacologiche. Tuttavia, non esiste un monitoraggio ben riconosciuto tramite il laboratorio nè una strategia di gestione su come affrontare le interazioni quando si verificano a causa dell’esperienza limitata e dei pochi dati relativi all’aggiustamento della dose che dovrebbe essere effettuata senza compromettere la sicurezza ed efficacia.
Infine, le interazioni farmacodinamiche con gli agenti antiaggreganti piastrinici, i FANS e gli agenti serotoninergici non devono essere trascurate in quanto possono effettivamente presentare un rischio simile, se non superiore, di sviluppare effetti avversi rispetto alle interazioni farmacocinetiche (Tabella 3).
Tabella 1. Caratteristiche farmacocinetiche degli anticoagulanti orali (16,17)
Caratteristica |
Dabigatran |
Rivaroxaban |
Apixaban |
Edoxaban |
Betrixaban |
Metabolismo epatico |
No |
18% CYP3A4 CYP3A5 |
25% CYP3A4 CYP3A5 |
<4% |
<1% |
Substrato p-gp |
Sì |
Sì |
Sì |
Sì |
Sì |
Biodisponibilità orale |
6-7% |
66% |
50% |
62% |
34% |
Eliminazione renale |
80% |
36% |
27% |
50% |
5-7% |
Tabella 2. Strategie suggerite per la gestione delle interazioni farmacocinetiche con il warfarin: S-warfarin (CYP2C9/ CYP3A4) e R-warfarin (CYP1A2/CYP3A4/CYP2C19) (2)
Induttori (3-9) |
Inibitori (9-15) |
Monitorare l’INR entro 5 giorni dall’inizio della somministrazione dell’induttore e poi almeno 1-2 volte la settimana
|
Monitorare l’INR 3-5 giorni dopo l’inizio della somministrazione dell’inibitore (dopo 1 settimana con amiodarone) e aggiustare di conseguenza la dose di warfarin |
Considerare un aumento notevole della dose di warfarin fino a quando non si raggiunge il valore terapeutico di INR |
Aspettarsi che i pazienti possano aver bisogno di una riduzione del 20%-50% della dose di warfarin rispetto al basale |
Aspettarsi che i pazienti possano aver bisogno di un aumento di almeno il 50-100% della dose di warfarin rispetto al basale |
Considerare altri fattori che indipendentemente possono contribuire ad un aumento dei valori di INR, come infezioni acute e cambiamenti nel contenuto di vitamina K nella dieta |
Prendere in considerazione in alternativa un farmaco che non interagisca |
Prendere in considerazione in alternativa un farmaco che non interagisca |
Monitorare l’INR entro 5 giorni dall’interruzione del trattamento con l’induttore e poi almeno 1-2 volte la settimana |
Considerare un periodo di 3-5 giorni per controbilanciare l’inibitore (periodo più lungo per amiodarone) |
Aspettarsi di dover aggiustare la dose di warfarin fino ai livelli precedenti l’assunzione dell’induttore |
Aspettarsi di dover aggiustare la dose di warfarin fino ai livelli precedenti l’assunzione dell’inibitore |
Tabella 3. Strategie suggerite per la gestione delle interazioni farmacodinamiche con gli anticoagulanti orali
Terapia antiaggregante (18) |
Usare la terapia anticoagulante e quella antiaggregante in combinazione per il più breve tempo possibile; quando è necessario continuare entrambe le terapie, rivalutare con regolarità l’appropriatezza dell’una e dell’altra. |
FANS (19,20) |
Valutare di routine l’utilizzo di FANS (sia quelli soggetti a prescrizione, sia quelli da banco); spiegare ai pazienti il possibile rischio di sanguinamento e, se non esiste altra alternativa, utilizzare i FANS per il più breve tempo possibile; se è necessario utilizzare la terapia anticoagulante e i FANS in combinazione per periodi prolungati, bisogna prendere in considerazione l’impiego di un farmaco specifico per la COX-2 o aggiungere un gastroprotettore. |
Farmaci ad azione serotoninergica (21) |
Non è chiaro il grado di rischio di emorragia; valutare i rischi e i benefici associati all’utilizzo di anticoagulanti e farmaci ad azione serotoninergica in combinazione, soprattutto quando sono presenti altri fattori di rischio (ad esempio l’età avanzata, un’alterazione della funzionalità renale, altri farmaci che interagiscono, una storia di emorragie) |
Bibliografia
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Link
- Comunicazione EMA sul rischio di sanguinamento associato agli anticoagulanti orali ad azione diretta. AIFA 1 febbraio 2019
- Rivaroxaban: rischio di possibili interazioni
- Vecchi e nuovi anticoagulanti: interazioni tra cibo, piante medicinali e farmaci
- Nuovi anticoagulanti orali: quali possibili interazioni?