A cura di Ilaria Marcianò. UOSD Farmacologia Clinica. AOU “G. Martino” Messina
In un articolo pubblicato sulla rivista Prescrire (1) è stato riportato che in una revisione sistematica e metanalisi di trial clinici randomizzati (2), pubblicata nel 2016, è stata confrontata l’incidenza di suicidio e comportamento aggressivo associata ad utilizzo di antidepressivi versus placebo in soggetti adulti senza alcun segno di disordine mentale. È emerso che l’esposizione ad antidepressivi aumenta significativamente tale rischio. Qualora gli antidepressivi vengano prescritti, è importante prestare la massima attenzione ai pazienti esposti e ai soggetti che li circondano, al fine di individuare eventuali picchi di aggressività, di interrompere in tempo il trattamento farmacologico e di segnalare gli eventi avversi osservati.
Nel 2016, un gruppo di ricerca danese, appartenente al network Cochrane, ha condotto una revisione sistematica e metanalisi di studi clinici randomizzati (alcuni pubblicati, altri no), confrontando diversi farmaci antidepressivi versus placebo in soggetti adulti “volontari sani”, cioè senza alcun segno di disordine mentale (2). Gli autori hanno valutato l’incidenza di eventi correlati a suicidio e di comportamento aggressivo nelle segnalazioni riportati negli studi clinici.
- Sono stati inclusi 13 studi clinici, 2 dei quali non pubblicati. Tali studi erano stati condotti nel contesto di disordini sessuali, obesità o studi di fisiologia. Sono stati esclusi dalla revisione i trial che prevedevano uso di tabacco e abuso di farmaci o alcool. La maggior parte degli studi erano stati pubblicati dopo il 2008.
- I farmaci studiati erano i cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): citalopram, escitalopram, fluoxetina, paroxetina, sertralina, ma anche la venlafaxina, la quale presenta anche attività noradrenergica oltre a quella serotoninergica (2).
- Dalla metanalisi dei risultati dei trial è emerso che l’esposizione ad uno degli antidepressivi in studio chiaramente aumentava il rischio di suicidio o violenza (15,3% con un antidepressivo versus 10,5% con placebo; p=0,02; rischio relativo, RR, 1,8; IC 95% 1,1-3) (2).
- Il numero di pazienti da esporre ad uno degli antidepressivi in studio affinché si osservasse un evento avverso di questo tipo era pari a 16. Inoltre, tali eventi si sono verificati durante gli studi clinici e non durante la fase di sospensione che seguiva la fine del trial.
- L’età mediana dei volontari era di 30 anni e il 40% era di sesso femminile. Gli autori hanno inoltre sottolineato che la metanalisi rappresentava una sottostima del rischio di aggressività, dato che questo non era l’outcome primario nei protocolli dei trial.
- Inoltre, la metanalisi ha evidenziato la scarsa qualità nella registrazione di questo tipo di eventi durante la conduzione dei trial clinici (2).
È ampiamente accettato che ci sia un aumentato rischio di suicidio all’inizio del trattamento con antidepressivi. Questa metanalisi relativa a pazienti adulti senza segni di disordini mentali fornisce una forte evidenza che si tratti di un effetto legato agli stessi antidepressivi, in grado di determinare un aumento dell’aggressività verso se stessi e verso gli altri (2).
Bibliografia
- Prescrire International 2017; 26: 211.
- Bielefeldt AØ, et al. Precursors to suicidality and violence on antidepressants: systematic review of trials in adult healthy volunteers. J Royal Soc Med 2016; 109: 381-392.
Link