Benedetta Ferrara. Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco. Università degli Studi di Torino
Gli studi osservazionali finora condotti sul potenziale aritmogeno dell’azitromicina hanno riportato risultati contrastanti. Lo scopo di questo lavoro (1) è stato quello di quantificare l’associazione tra l’assunzione di azitromicina ed il rischio di sviluppare aritmia ventricolare.
E’ stato condotto uno studio caso-controllo all’interno di una coorte di nuovi utilizzatori di antibiotici individuati da una rete di 7 database sanitari basati sulla popolazione in 5 paesi (Danimarca, Germania, Italia, Olanda e Regno Unito) nel periodo 1997-2010.
I database includevano Health Search Database Cegedim Strategic Data Longitudinal Patient Database (Italia), Integrated Primary Care Information Database (Olanda), The Health Improvement Network (Regno Unito), the PHARMO Database Network (Olanda), the Aarhus University Hospital Database (Danimarca), the German Pharmacoepidemiological Research Database (Germania) ed Emilia-Romagna Database (Italia).
Sono stati selezionati fino a 100 controlli per ogni caso sulla base di anno di nascita, sesso, data di riferimento e database. Sono stati considerati l’assunzione recente di antibiotici ed il tipo di farmaco utilizzato (l’esposizione ad azitromicina era quella d’interesse) al momento della data di riferimento (comparsa di aritmia ventricolare).
- Nella popolazione di partenza costituita da 28.760.406 persone sono stati identificati 14.040.688 (48,8%) nuovi utilizzatori di antibiotici che risultassero conformi ai criteri d’inclusione.
Tra questi sono stati individuati 12.874 (0,1%) casi di aritmia ventricolare e 1.240.431 (8,8%) sono stati selezionati come controlli.
L’età media di casi e controlli era 63 anni e i due terzi delle persone erano di sesso maschile.
I fattori di rischio di aritmia ventricolare conosciuti erano più frequenti tra i casi rispetto ai controlli.
Tra i casi, 30 erano utilizzatori correnti di azitromicina e sono stati abbinati a 1344 controlli.
- Nell’analisi primaria non è stato rilevato un aumento statisticamente significativo del rischio di aritmia ventricolare associato all’esposizione corrente ad azitromicina rispetto all’uso corrente di amoxicillina (OR aggiustato 0,94; IC 95% 0,50–1,77), mentre il rischio diminuiva nei pazienti che erano stati in cura con azitromicina recentemente (OR aggiustato 0,58; IC 95% 0,38– 0,87) o precedentemente (OR aggiustato 0,52; IC 95% 0,37–0,73) rispetto ai soggetti esposti amoxicillina.
Rispetto al non-uso di antibiotici, l’assunzione corrente di azitromicina era associata ad un aumentato rischio di aritmia ventricolare, che era fortemente diminuito ma restava statisticamente significativo dopo aggiustamento per potenziali fattori di confondimento (OR aggiustato 1,97; IC 95% 1,35–2,86).
Rispetto a coloro che non erano stati esposti ad antibiotici, non è stato riportato un aumento nel rischio di aritmia ventricolare nei pazienti che avevano recentemente (OR aggiustato 1,12; IC 95% 0,92–1,37) o precedentemente (OR aggiustato 1,10; IC 95% 0.95–1,28) assunto azitromicina.
L’assunzione di altri antibiotici (escluse azitromicina ed amoxicillina) risultava associata ad un aumento del rischio di sviluppare aritmia ventricolare rispetto alla non-esposizione ad antibiotici (OR aggiustato 1,83; IC 95% 1,71–1,97). Un aumentato rischio è stato anche associato ad una recente o precedente assunzione di altri antibiotici, ma l’effetto riportato era minore (OR aggiustato 1,32; IC 95% 1,25–1,39, per uso recente; 1,11; 1,06–1,16, per uso precedente).
- Per la meta-analisi 2-stage sono stati presi in esame dati ottenuti soltanto da 4 database: PHARMO Database Network (Olanda), dall’Aarhus University Hospital Database (Danimarca), the German Pharmacoepidemiological Research Database (Germania) e dal Database dell’Emilia-Romagna (Italia). Negli altri database erano presenti meno di 3 casi di utilizzatori correnti di azitromicina.
Il confronto tra l’assunzione corrente di azitromicina e uso corrente di amoxicillina non ha evidenziato un aumento del rischio di aritmia ventricolare (OR 1,01; IC 95% 0,38–2,64). Tuttavia, l’analisi dei dati aggregati ha evidenziato un aumentato rischio di aritmia ventricolare negli utilizzatori correnti di azitromicina rispetto ai pazienti non esposti ad antibiotici (OR 2,44; IC 95% 1,61–3,69).
- E’ stata effettuata un’analisi secondaria escludendo il periodo di 7 giorni prima della data di riferimento ed in questo caso è stato osservato un simile aumento del rischio di aritmia ventricolare associato all’uso corrente di azitromicina (OR aggiustato 1,9; IC 95% 1,1–3,1) ed amoxicillina (OR aggiustato 1,9; IC 95% 1,5–2,3).
Escludendo i pazienti che riportavano diagnosi di infarto miocardico acuto nei 15 giorni prima della data di riferimento, rispetto alla non-esposizione ad antibiotici, è stato osservato un aumentato rischio di aritmia ventricolare associato all’esposizione ad azitromicina (OR aggiustato 1,7; IC 95% 1,2–2,5) e ad amoxicillina (OR aggiustato 1,9; IC 95% 1,7–2,2).
Gli Autori dello studio riportano che l’esposizione corrente ad azitromicina è risultata associata ad un aumentato rischio di sviluppare aritmia ventricolare, rispetto alla non-esposizione ad antibiotici, ma non rispetto all’uso corrente di amoxicillina.
Bibliografia
- Trifirò G, et al. Use of azithromycin and risk of ventricular arrhythmia. CMAJ 2017; 189: E560-E568.
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